21.01.2016
STORYTELLING 2016 "Ogni persona è importante" Associazione Volontarius Daniel Brusco
Dachverband für Soziales und GesundheitFreiwilligenarbeit
Nach dem Jahreskalender mit Gesichtern der Freiwilligenkoordinator/innen unserer Mitgliedsorganisationen, der gut angekommen ist, gibt es nun auch eine weitere Initiative, zunächst auf Facebook ersichtlich: https://www.facebook.com/Dachverband-f%C3%BCr-Soziales-und-Gesundheit-Federazione-Sociale-e-Sanit%C3%A0-171661502851497/
Die Verantwortlichen erzählen ihre Eindrücke in der Arbeit mit den Freiwilligen (storytelling). So kann die Initiative des Dachverbandes "Mit meinen Worten" nun wieder auf neue Weise aufgegriffen werden.
Den Anfang macht Daniel Brusco vom Verein Volontarius:
Il “coordinatore del volontariato” era una figura ancora sperimentale e quindi bisognava (e bisogna ancora) inventarsela di giorno in giorno. La difficoltà maggiore, che poi è anche la soddisfazione maggiore, è riuscire a capire qual è il posto GIUSTO per ogni volontario: c’è chi preferisce un volontariato di contatto con i nostri ospiti e c’è chi preferisce il lavoro dietro le quinte, chi preferisce stare “sul campo” e chi dietro alle scartoffie in ufficio, chi è felice di ricevere un attestato di riconoscimento e chi “più sta nell’ombra meglio è”. Tra i miei compiti la responsabilità maggiore che sento è quella di fare da collante fra le varie parti dell’associazione. Un buon coordinatore del volontariato deve infatti riuscire a mediare fra le esigenze dei progetti, le preferenze, motivazioni e competenze dei volontari, il rispetto degli ospiti, le strategie dell’associazione, le situazioni che cambiano vorticosamente di settimana in settimana… e le difficoltà sono quelle tipiche di un’organizzazione che è cresciuta molto in pochi anni… difficile conoscere e riuscire a seguire TUTTI i volontari (ormai quasi 200 su tutta la Provincia), per questo il coordinamento viene in parte delegato, quando possibile, ai responsabili dei progetti.
Tra le tante storie che mi sono capitate, alcune sono chiari esempi di come il volontariato possa cambiare la vita. Mi vengono in mente le tante storie dei volontari internazionali ospitati in questi anni, che hanno portato con loro ventate di novità e di entusiasmo a favore di tutti noi. Mi viene in mente anche la storia di Oscar (nome di fantasia). Manager di una famosa azienda, deve scontare alcune ore di lavoro socialmente utile per una lieve condanna penale. Svolge il suo servizio per diversi mesi, ma al termine del periodo da scontare vedo che prosegue ad essere presente nei progetti: sembra rinato, decide di continuare il servizio come volontario e addirittura sceglie di lavorare meno ore nella sua azienda per gustare di più il proprio tempo … cose che al primo colloquio non avrei già immaginato!
Già… il primo colloquio con un nuovo volontario…momento curioso e importantissimo: saprò capire le sue esigenze e trasmettere il pensiero dell’associazione? E’ possibile “capire” una persona in 45-60 minuti di incontro senza essere uno psicologo? Nel mio lavoro quotidiano talvolta mi sorprendo di come sbaglio a giudicare le persone. Il giudizio è intrinseco a noi, difficile sfuggirne. Durante i colloqui con chi chiede di diventare volontariato può capitare di pensare “non mi sembra convinto” oppure “uhm, questa persona non durerà molto nei nostri servizi”. Invece poi scopri che nascondono grandi risorse, spesso diventano poi persone di riferimento. “Ogni persona è importante” ripetiamo quotidianamente nelle classi in cui andiamo. Ma spesso è anche una nuova ed entusiasmante scoperta.
Die Verantwortlichen erzählen ihre Eindrücke in der Arbeit mit den Freiwilligen (storytelling). So kann die Initiative des Dachverbandes "Mit meinen Worten" nun wieder auf neue Weise aufgegriffen werden.
Den Anfang macht Daniel Brusco vom Verein Volontarius:
Un buon coordinatore del volontariato deve riuscire a mediare fra le esigenze dei progetti, le preferenze, motivazioni e competenze dei volontari, il rispetto degli ospiti, le strategie dell’associazione, le situazioni che cambiano vorticosamente di settimana in settimana.
La mia “storia” come coordinatore del volontariato dell’associazione Volontarius inizia in un’afosa giornata di giugno 2010. Ero tornato da qualche mese da un’esperienza lavorativa a Roma, estremamente arricchente quanto faticosa e che si era conclusa –purtroppo- a causa dei primi effetti della crisi economica.Il “coordinatore del volontariato” era una figura ancora sperimentale e quindi bisognava (e bisogna ancora) inventarsela di giorno in giorno. La difficoltà maggiore, che poi è anche la soddisfazione maggiore, è riuscire a capire qual è il posto GIUSTO per ogni volontario: c’è chi preferisce un volontariato di contatto con i nostri ospiti e c’è chi preferisce il lavoro dietro le quinte, chi preferisce stare “sul campo” e chi dietro alle scartoffie in ufficio, chi è felice di ricevere un attestato di riconoscimento e chi “più sta nell’ombra meglio è”. Tra i miei compiti la responsabilità maggiore che sento è quella di fare da collante fra le varie parti dell’associazione. Un buon coordinatore del volontariato deve infatti riuscire a mediare fra le esigenze dei progetti, le preferenze, motivazioni e competenze dei volontari, il rispetto degli ospiti, le strategie dell’associazione, le situazioni che cambiano vorticosamente di settimana in settimana… e le difficoltà sono quelle tipiche di un’organizzazione che è cresciuta molto in pochi anni… difficile conoscere e riuscire a seguire TUTTI i volontari (ormai quasi 200 su tutta la Provincia), per questo il coordinamento viene in parte delegato, quando possibile, ai responsabili dei progetti.
Tra le tante storie che mi sono capitate, alcune sono chiari esempi di come il volontariato possa cambiare la vita. Mi vengono in mente le tante storie dei volontari internazionali ospitati in questi anni, che hanno portato con loro ventate di novità e di entusiasmo a favore di tutti noi. Mi viene in mente anche la storia di Oscar (nome di fantasia). Manager di una famosa azienda, deve scontare alcune ore di lavoro socialmente utile per una lieve condanna penale. Svolge il suo servizio per diversi mesi, ma al termine del periodo da scontare vedo che prosegue ad essere presente nei progetti: sembra rinato, decide di continuare il servizio come volontario e addirittura sceglie di lavorare meno ore nella sua azienda per gustare di più il proprio tempo … cose che al primo colloquio non avrei già immaginato!
Già… il primo colloquio con un nuovo volontario…momento curioso e importantissimo: saprò capire le sue esigenze e trasmettere il pensiero dell’associazione? E’ possibile “capire” una persona in 45-60 minuti di incontro senza essere uno psicologo? Nel mio lavoro quotidiano talvolta mi sorprendo di come sbaglio a giudicare le persone. Il giudizio è intrinseco a noi, difficile sfuggirne. Durante i colloqui con chi chiede di diventare volontariato può capitare di pensare “non mi sembra convinto” oppure “uhm, questa persona non durerà molto nei nostri servizi”. Invece poi scopri che nascondono grandi risorse, spesso diventano poi persone di riferimento. “Ogni persona è importante” ripetiamo quotidianamente nelle classi in cui andiamo. Ma spesso è anche una nuova ed entusiasmante scoperta.
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